Dictatus papae

Dictatus papae (Archivio Vaticano)

Il Dictatus Papae è una raccolta assiomatica di 27 enunciazioni di poteri arrogati al Papa che è registrata come emanata da Papa Gregorio VII nel 1075 e di cui esiste una seconda redazione, la Auctoritates Apostolice Sedis.

 

Origine 

Alcuni storici ritengono che il documento sia stato scritto da Gregorio VII stesso, mentre altri ritengono che esso sia stato scritto da altri, e inserito nel registro (falsificandolo) a posteriori[1].

Nel 1087 il cardinale Deusdedit pubblicò una raccolta di decretali dedicata a Papa Vittore III che costituiva un corpus di diritto canonico e che il Cardinale aveva raccolto da fonti sia legittime che storicamente false (si veda per esempio lo Pseudo-Isidoro). Il Dictatus Papae è in così stretta corrispondenza con questo testo che in molti hanno sostenuto che esso deve essere successivo alle decretali — da qui l’ipotesi della retrodatazione.

Il titolo Dictatus Papae è l’intestazione nella raccolta di lettere personali della sezione che contiene il nostro documento. L’inserzione degli assiomi sotto questa intestazione vuol dunque dire che il Papa compose il testo personalmente (se si accetta l’autenticità della datazione), non che il testo costituisca una sorta di diktat papale. In effetti, il Dictatus Papae non fu nemmeno formalmente pubblicato, e non circolò al di fuori della Curia, tanto che non si ritrovano riferimenti al Dictatus nelle opere degli oppositori della Riforma gregoriana dal 1075 in poi (benché alcune delle posizioni espresse nel Dictatus fossero state espresse altrimenti da Gregorio, e solo di queste si trovi traccia nella documentazione storica).

Contenuti 

I principi espressi nel Dictatus papae sono quelli alla base della Riforma gregoriana, che era stata iniziata da Gregorio decine d’anni prima della sua ascesa al trono papale. Gli assiomi del Dictatus cercano di stabilire la più assoluta supremazia papale. L’assioma “Al Papa è permesso deporre gli imperatori” distrugge in un sol colpo la nozione alto-medievale del bilanciamento fra potere religioso e potere civile che era espressa dal simbolo delle “due spade”, quella spirituale e quella temporale. L’equilibrio fra potestas o imperium (l’Impero) e auctoritas (la Chiesa) aveva retto l’Occidente sin dai tempi dei Merovingi.

I 27 assiomi 

  1. Che la Chiesa Romana è stata fondata da Dio e da Dio solo.
  2. Che il Pontefice Romano è l’unico che può essere giustamente chiamato universale.
  3. Che lui solo può deporre o ripristinare i vescovi.
  4. Che in qualunque concilio i suoi legati, anche se minori in grado, hanno autorità superiore a quella dei vescovi, e possono emanare sentenza di deposizione contro di loro.
  5. Che il Papa può deporre gli assenti.
  6. Che, fra le altre cose, non si possa rimanere nella stessa casa con coloro che egli ha scomunicato.
  7. Che a lui solo è legittimo, secondo i bisogni del momento, fare nuove leggi, riunire nuove congregazioni, stabilire abbazie o canoniche; e, dall’altra parte, dividere le diocesi ricche e unire quelle povere.
  8. Che solo lui può usare le insegne imperiali.
  9. Che solo al Papa tutti i principi devono baciare i piedi.
  10. Che solo il suo nome venga pronunciato nelle chiese.
  11. Che questo sia il solo suo nome al mondo.
  12. Che a lui è permesso di deporre gli imperatori.
  13. Che a lui è permesso di trasferire i vescovi secondo necessità.
  14. Che egli ha il potere di ordinare un sacerdote di qualunque chiesa voglia.
  15. Che colui che egli ha ordinato può dirigere un’altra chiesa, ma non può mantenere posizioni inferiori; e che un tale non può ricevere gradi superiori da alcun altro vescovo.
  16. Che nessun sinodo sia detto sinodo generale senza il suo ordine.
  17. Che nessun capitolo e nessun libro sia considerato canonico senza la sua autorità.
  18. Che una sentenza da lui emanata non possa essere ritirata da alcuno; e che soltanto lui, fra tutti, possa ritirarla.
  19. Che egli non possa essere giudicato da alcuno.
  20. Che nessuno osi condannare chi si appella alla Santa Sede.
  21. Che a tale Sede vengano sottoposti i casi più importanti di ogni chiesa.
  22. Che la Chiesa Romana non ha mai errato; né mai errerà per tutta l’eternità, secondo le Scritture.
  23. Che il Pontefice Romano, se è stato eletto canonicamente, è senza dubbio alcuno fatto santo dai meriti di san Pietro; secondo quanto detto da san Ennodio, vescovo di Pavia, e da molti santi padri che lo hanno sostenuto. Secondo quanto contenuto nei decreti di san Simmaco papa.
  24. Che, per suo comando e col suo consenso, sia legale per un subordinato di presentare accuse.
  25. Che egli possa deporre o ripristinare vescovi senza convocare un sinodo.
  26. Che colui il quale non è in pace con la Chiesa Romana non sia considerato cattolico.
  27. Che egli possa liberare i sudditi dall’obbligo di obbedienza a uomini malvagi.
Dictatus papaeultima modifica: 2008-12-13T18:23:28+01:00da giusy1967
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